Fotografare in “Modo Auto”: realtà o finzione?
Chi l’ha detto che per far della buona Fotografia si debba aver prima letto libri, seguito corsi, frequentato scuole o fatto la gavetta all’ombra di qualcuno?
Parliamoci chiaro, la fotografia non rappresenta la realtà.
Inutile girarci intorno, per quanto si decida di non usare alcun programma di fotoritocco come Photoshop, l’immagine che si produrrà sarà sempre frutto dell’interpretazione della luce da parte del sensore della fotocamera, che sarà diverso per ogni modello.
Inoltre si potranno gestire innumerevoli parametri per ottenere immagini sottoesposte, sovraesposte, panning, esposizioni multiple e quant’altro; se poi ci aggiungiamo le diverse focali delle ottiche in commercio, risulta davvero difficile comprendere come ancora oggi si possa parlare di rappresentazione della realtà.
Quindi la domanda che vorrei porre a tutti voi è:
Chi scatta in modalità AUTO ?
Scommetto che vi starete chiedendo se confessarlo oppure no; la paura vi assale, ma non fatevi suggestionare dalle volte che vi sarete scontrati con qualche purista il quale vi ha accusato di non essere veri Fotografi, o di aver comprato una Reflex per poi usarla in “Modo AUTO”.
State tranquilli, è normale.
Vi diranno che è come comprare una Lamborghini e usarla la Domenica per andare a comprare il pane, ma forse il loro giudizio non è del tutto avvalorato da argomentazioni attuali.
Se davvero è l’occhio e la sensibilità a fare di un fotografo un bravo fotografo, allora a cosa serve studiare?
La modalità AUTO in fondo cos’è se non un’impostazione frutto di studi di qualche professionista che ha studiato per voi? Questo studio si è tradotto in un’impostazione adatta alla realizzazione di un’immagine che nel complesso risulti ben fatta nelle situazioni più comuni della fotografia.
Oggi la fotografia non è soltanto Professionalità, ma sta diventando sempre più una moda, uno status per condividere momenti in tempo reale, dove non serve modificare o perder tempo, anche perché esistono filtri fotografici pre-impostati sugli smartphone che rendono accattivante anche la foto di una tazzina sul tavolo di un bar.
Grazie ai Social ed agli Smartphone infatti la fotografia è diventata un argomento comune dove tutti sono fotografi per senza partita-iva, perché si sa, senza partita-iva non lo sei!
Basti pensare al fenomeno Instagram, uno dei social sharing più famosi e usati da Fotografi, finti Fotografi, personaggi dello spettacolo, artisti e quant’altro.
In effetti, se consideriamo il campo del reportage, che è ancora oggi il mestiere fotografico dove è assolutamente vietato post produrre, in genere il fotografo scatta in modo “P” (Program), dove la macchina gestisce tempi e diaframmi, ad esclusione del flash on-camera, ove presente.
Nel reportage occorre appunto cogliere momenti a volte frenetici che non consentirebbero la gestione manuale dei parametri di scatto.
Quindi i foto-reporter non sono veri fotografi?
Forse oggi meno del passato, dove si scattava a fuoco manuale e col rullino, ma anche a quel tempo si usavano degli escamotage per riuscire a portare a casa lo scatto, come fissare la messa a fuoco su infinito (…”qualcosa porterò a casa di certo, si diceva..”). Ebbene sono fotografi più tradizionali il cui cliente ha richiesto un determinato risultato, che di solito coincide con il racconto di una scena, unica, frenetica o statica, ma che comunque si avvicini il più possibile alla realtà.
Vi siete mai chiesti però che atteggiamento si assume quando si è consapevoli d’essere ripresi o fotografati? Inconsciamente si cambia, ci si trasforma, si perde la naturalità di un comportamento, ed allora possiamo parlare di realtà?
Forse ci siamo soltanto illusi di poter catturare un momento di vita, forse la fotografia è solo un frame di un bel film.
E voi, che tipo di fotografi siete e quanto per voi la fotografia rappresenta la realtà?
© Francesco Attardo . 2015
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