La composizione come motore creativo in fotografia
Secondo WikiPedia, la “Creatività è un termine che indica genericamente l’arte o la capacità cognitiva della mente di creare e inventare”.
Potremmo pensare che, quindi, la creatività sia qualcosa di insito nell’essere umano. Seguendo, però, gli studi di Gabriel Tarde, vissuto nell’800, andiamo ad analizzare un processo molto più interessante che è quello dell’imitazione.
L’imitazione secondo gli studiosi è, tra le altre cose, un processo per il quale un soggetto, assume gli atteggiamenti della società che lo circonda.
E la stessa cosa succede in fotografia.
Se provate a considerare il vostro percorso fotografico, sarete pressoché tutti d’accordo che è iniziato con delle fotografie totalmente casuali, nelle quali tutti possiamo riconoscerci, il gatto di casa, qualche oggetto, degli scorci della città dove viviamo che ci emozionano. A questo punto alcuni si fermano, mentre altri procedono iniziando un percorso di studio che li porta alla consapevolezza del mezzo tecnico (la fotocamera) e alla possibilità appunto di ‘creare’.
Il termine ‘creare’ lo utilizzo in contrapposizione all’imitare per un motivo preciso.
Imitare, non ha necessariamente una connotazione negativa (a patto di non imitare le desaturazioni parziali o gli HDR fatti male). Può essere molto importante guardare delle immagini che ci emozionano e tentare di imitarle. Imitarle per avere consapevolezza di ‘come’ è stata ‘creata’ da altri quel tipo di immagine che ci piace. Una volta padroneggiata quindi la tecnica, capito come ottenere quel particolare risultato, dovrebbe appunto iniziare a funzionare dentro di noi il ‘Motore Creativo’!
Provare nuovi schemi di luce, nuove inquadrature, nuovi modi di imprimere nel nostro scatto il nostro essere, il nostro ‘stile’.
Però, sappiamo benissimo anche che le fotografie dovrebbero essere fatte di luce, composizione e messaggio. E se provassimo a trascurare il messaggio e la luce in questa fase? A concentrarci quindi sulla pura e semplice composizione ignorando tutto il resto e cercando solo forme, pesi visivi, ingombri?
Probabilmente staremmo uscendo dalla fotografia classica che ‘imita’ il reale e ci sposteremmo su qualcosa di più futurista, ‘grafico’, come lo chiama qualcuno.
Non che sia qualcosa di nuovo e non sperimentato già! Ma potrebbe essere quella spinta per chi si sente annoiato e alla ricerca di nuovi stimoli!
E allora via a prospettive spinte, a contrapposizioni di luce e ombre, a mondi visti da angolazioni inusuali e a realtà decomposte e snaturate al punto di diventare irriconoscibili se non dopo una attenta osservazione.
Forse qualcosa di nuovo per noi, qualcosa di vecchio per altri, sicuramente qualcosa di interessante da sperimentare. E in questo gioco mi ci metto volentieri anche io.
Chissà che non si finisca per ‘imitarci’ anche in questo sviluppando comunque la nostra ‘creatività’..