Rullino o scheda di memoria? Anteprima immediata, o meglio l’attesa e il piacere della scoperta?
E soprattutto: qual è la Vera Fotografia? Un dilemma che ci attanaglia tutti e ci impedisce di dormire (ma anche no). Ovunque ci si volti, ma soprattutto nel web è lotta aperta, duelli e risse all’ultimo sangue: da un lato la fotografia analogica, dall’altro la digitale. Come se davvero l’una possa sostituire l’altra o fare meglio, o peggio dell’altra, quando potremmo semplicemente fermarci e ringraziare che esistano entrambe.
Non c’è mai una sola risposta, perché in realtà non c’è una sola domanda. Ogni fotografo dovrebbe, nel suo piccolo, porsi dei quesiti, cercare la sua risposta e sperare d’aver trovato quella migliore. Un po’ come nello scegliere un corredo di lenti: un ritrattista nel senso stretto del termine non andrà a comprarsi un 16mm, ma cercherà ciò che più si addice alla sua visione fotografica.
Dite si all’analogica se non potete fare a meno della matericità, se siete affascinati dalla filiera produttiva che sta dietro ogni singolo scatto, se non temete di sporcarvi, se lavorate bene all’interno di uno spazio delimitato e sapere di avere quei soli 36 scatti vi spinge a tirare fuori il meglio di voi.
Non sarà mai la scelta migliore invece, se volete “tutto e subito”, se soffrite d’ansia, se quando entrate in camera oscura vi coglie l’irrefrenabile voglia di respirare dell’aria vera.
Allo stesso modo, allontanatevi dalla reflex digitale se non riuscite a trovare accordi con il vostro telecomando, o se avete scelto di restare fedeli al vostro giradischi: probabilmente le nuove tecnologie non fanno per voi. Superate queste difficoltà tecniche, potreste scoprire la bellezza di scattare con un rullino praticamente infinito. Sì, perché in una scheda di memoria entra una quantità oscena di fotografie.
Se quello che cercate è la praticità, il digitale saprà accontentarvi: una volta fatto l’acquisto iniziale non dovrete preoccuparvi dei rullini, degli acidi, né della carta, e con ogni probabilità anche ad agosto troverete qualcuno disposto a stampare le vostre foto ad un prezzo accessibile.
Tutto ciò, insieme ad una miriade di altri fattori stanno alla base della fatidica scelta, ma poi se in definitiva scopriste di essere persone equilibrate con tanta voglia di sperimentare, potreste capire che entrambi i mondi sono piacevoli e potreste non scegliere affatto, e se dovesse accadere sappiate che nessuno se la prenderà con voi.
Dopo tutto credo che nessuno si sia chiesto su che tipo di tela dipingesse Caravaggio, ci si sofferma invece sul magistrale uso della luce, sul suo approccio anticonformista e quindi sulla sua lettura del mondo. Dovremmo farlo anche quando parliamo di fotografia: pensare a cosa stiamo guardando, alle emozioni che ci regala, a cosa ci sta dicendo una certa immagine. Il contenuto prima del mezzo, perché non vorremmo mai che il mezzo fosse scambiato per contenuto. Che io scelga la pellicola o il digitale, l’importante, in fondo, è soltanto il risultato.
Ai puristi dell’una o dell’altra corrente consiglio una resa dignitosa: se è un’immagine e si fa con la luce, continuerà a chiamarsi fotografia e non potrete farci nulla. Continueranno a produrre reflex digitali. Tante, tantissime. E voi non potrete evitarlo. Allo stesso modo nel mondo vecchie analogiche verranno riesumate e strizzeranno l’obiettivo al cielo.
Sarà bellissimo. Godetevelo..